Qual è il filo rosso che unisce Ryūichi Sakamoto a Danilo Rea? Il loro amato pianoforte lo è, ma solo in parte. L’altro legame, ancor più profondo, è l’amore per la melodia, il “canto”. Entrambi hanno esplorato, studiato e suonato molti stili e generi musicali, unendoli tra loro oltre le comuni regole, quell’oltre le “note permesse” che appartiene ad un sentire profondo, scavando e creando una “essenza” che giunge intatta fino all’ascoltatore, immergendolo in una dimensione puramente emozionale, che parla all’IO di ognuno, trasformandosi in colonna sonora di tanti singoli vissuti. La musica è un viaggio e, come il canto delle sirene, seduce ed ammalia l’anima. Danilo Rea e Sakamoto hanno entrambi esplorato le strade della sperimentazione, il primo con Martux_m nel progetto “Reminiscence” (2014) e Sakamoto con una lunga collaborazione con Alva Noto.