Nella storia del jazz – non solo italiano – ci sono figure che non rientrano in categorie, stili, tendenze e che, indifferenti all’ortodossia, hanno aperto nuove strade, fatto maturare musicisti, arricchito i rapporti con altre arti, praticato una visione libera e giocosa della musica. Sassofonista, cantante, organista, attore, scrittore, impiegato dello stato, Mario Schiano è stato forse il più gioiosamente anarchico dei jazzisti italiani, tra night club, free jazz e cinema d’autore: è tempo di riportarlo al centro della scena, anche con il contributo in presenza del suo complice e sodale Tommaso Vittorini.
Lezioni di jazz 2024 – Stefano Zenni